Real Fabbrica Ferdinandea
(1771-1806)
Plateau decorato con la scena di Ercole al bivio (da Annibale Carracci)
1801-1802
porcellana policroma e dorata
marca assente, “S” incisa
cm 22×32
donazione 2021

La raccolta fondi, promossa da Amici di Capodimonte Ets, ha permesso l’acquisizione nelle collezioni del Museo di Capodimonte del Plateau grazie al contributo di:
Errico di Lorenzo
Vincent Buonanno e American Friends of  Capodimonte
Gennaro Matacena
SEDA International Packaging
e
Modafferi di Magliano Marina, Forges Davanzati Augusto, Bossi Fedigrotti Isabella, Scaperrotta Letizia Raffaella, Gualtieri Lucia, Abignente Maria Rosaria e Leone Ugo, Albamonte Marina, Costantino  Maria Carolina, Montefusco Giovanna, De Lavinia, Sansone Gabriella, Palladino Fernando.

Scarica qui la scheda dell’opera

Ignoto di scuola meridionale
Figura in decomposizione o Vanitas
ultimo quarto del XVII – inizi del XVIII secolo
cera, telo di lino imbevuto di cera e modellato a caldo, base lignea con cera
h 25 cm; l 33 cm; p 18 cm
donazione 2020

Donazione di Maria Grazia De Ianni, in ricordo di Ernesto Cilento

La scultura Figura femminile in decomposizione o Vanitas è entrata a far parte delle raccolte del Museo e Real Bosco di Capodimonte a seguito dell’attività di promozione del mecenatismo svolta dall’Associazione, e grazie alla sensibilità della Socia e Mecenate Grazia Maria De Ianni.
L’opera rappresenta un mezzobusto di donna, modellato con accurata ricerca anatomica e profonda partecipazione emotiva, il cui volto, un tempo bellissimo, è segnato dalla morte inesorabile.
Splendido e inquietante memento mori della tradizione barocca, l’opera traduce, con la eccezionale resa iperrealistica della cera, il tema della caducità della vita, riprendendo un soggetto particolarmente comune a partire dagli inizi del Seicento, secolo caratterizzato dalla terribile peste che falcidiò buona parte della popolazione in Europa, in particolare a seguito delle epidemie del 1630 e 1656. La morte e il dolore, costantemente presenti nella vita quotidiana dell’epoca, diventano temi privilegiati nell’immaginario degli artisti.
L’opera, che restituisce con l’immediatezza e la potenza dell’oggetto scultoreo tridimensionale tutto il realismo inquietante e l’effetto disturbante tipico dello spirito della religiosità barocca, instaura inoltre un fruttuoso dialogo con la collezione di pittura barocca napoletana del Museo di Capodimonte.
L’acquisizione della Vanitas, di grande valore storico-artistico per la cultura napoletana, ha colmato un vuoto nelle collezioni del museo, dove la cultura barocca è ben rappresentata nella pittura, ma mancava di testimonianze scultoree di tale impatto espressivo.

Raffaele Carelli
Ritratto di Carolina Bonaparte
1770-1780 ca
olio su tela
58 × 53 cm
donazione 2012

Donazione diAmici di Capodimonte

Destinato alla Certosa e Museo di San Martino, il Ritratto di Carolina Bonaparte di Raffaele Carelli è stato acquistato nel 2012 per arricchire le testimonianze sulla storia di Napoli raccolte nel museo. Il dipinto, firmato dall’autore sulla destra della tela, conserva una importante cornice intagliata e dorata d’epoca, in
stile rocaille. L’opera è stata presentata al pubblico in occasione dell’incontro In ricordo di Giancarlo Alisio, evento commemorativo in onore del collezionista napoletano, organizzato nel Refettorio della Certosa di San Martino il 1° dicembre 2012.

Arredi per laboratori di didattica
donazione 2012

Donazione di Amici di Capodimonte, con il contributo della Banca di Credito Popolare

Offerti dagli Amici di Capodimonte, grazie al contributo della Banca di Credito Popolare, gli arredi per i laboratori di didattica del Museo di Capodimonte

Manifattura napoletana
Gruppo presepiale denominato “scena dell’elefante”
XVIII – XIX secolo
donazione 2005

Donazione di Marisa Piccolo Catello

L’elegante corteo di saraceni e georgiane, che conducono un fastoso elefante, completa la scena di orientali che cinge il gruppo dell’Adorazione, nucleo principale della più vasta collezione donata dalla famiglia di Emma ed Eugenio Catello al Museo di Capodimonte, che ne ha ricostruito una significativa parte. Le varie scene sono state ricomposte in un nuovo allestimento che propone una scenografia realistica della Napoli del XVIII secolo, incentrata sulla mescolanza tra cultura colta e popolare, tipica dell’età d’oro del presepe napoletano e legata alla nascita del Regno Borbonico. È proprio in questi anni, infatti, che la famiglia reale, seguita dall’aristocrazia e dall’alta borghesia, commissionò a celebri artisti l’esecuzione di figure di piccole dimensioni, realizzate con manichini in filo di ferro, rivestite da tessuti preziosi, ai quali sono fissate le mani e i piedi in legno scolpito e la testa in terracotta, dipinta a olio con occhi di vetro.

Francesco Guardi
Il ponte di Rialto
e Veduta dell’isola di San Giorgio Maggiore
1770-1780 ca.
olio su tela
30×42 cm

Bernardo Bellotto
Vaprio e Canonica verso sud della riva occidentale dell’Adda
1744
olio su tela
64x99cm
donazioni 2005

In occasione della nascita dell’Associazione e della sua presentazione al pubblico nel novembre del 2005, sono state annunciate le donazioni della Socia Mecenate Bianchina de Feo Leonardi: tre dipinti del Settecento, due tele di Francesco Guardi e una di Bernardo Bellotto. Le collezioni del Museo di Capodimonte si sono arricchite di queste opere del vedutismo settecentesco: le due opere di Guardi raffigurano luoghi-simbolo di Venezia, la città dipinta dall’artista in un’atmosfera sentimentale, con una sensibilità quasi preromantica; la tela di Bellotto fu concepita en pendant con un’altra veduta di Vaprio d’Adda, oggi custodita al Metropolitan Museum of Art di New York. L’elegante corteo di saraceni e georgiane, che conducono un fastoso elefante, completa la scena di orientali che cinge il gruppo dell’Adorazione, nucleo principale della più vasta collezione donata dalla famiglia di Emma ed Eugenio Catello al Museo di Capodimonte, che ne ha ricostruito una significativa parte. Le varie scene sono state ricomposte in un nuovo allestimento che propone una scenografia realistica della Napoli del XVIII secolo, incentrata sulla mescolanza tra cultura colta e popolare, tipica dell’età d’oro del presepe napoletano e legata alla nascita del Regno Borbonico. È proprio in questi anni, infatti, che la famiglia reale, seguita dall’aristocrazia e dall’alta borghesia, commissionò a celebri artisti l’esecuzione di figure di piccole dimensioni, realizzate con manichini in filo di ferro, rivestite da tessuti preziosi, ai quali sono fissate le mani e i piedi in legno scolpito e la testa in terracotta, dipinta a olio con occhi di vetro.

ADOTTA UNA PANCHINA O UN ALBERO AL REAL BOSCO DI CAPODIMONTE

Racconta la tua storia e regala ossigeno all’ambiente

Nel 2017 è nato il progetto Adotta una panchina o un albero al Real Bosco di Capodimonte. Racconta la tua storia e regala ossigeno all’ambiente, promosso dalla Direzione del Museo e Real Bosco di Capodimonte e da Amici di Capodimonte Ets.
L’iniziativa è finalizzata alla raccolta di fondi per la realizzazione di nuove panchine, fontane e beverini per i cani da introdurre nel Parco di Capodimonte, con lo scopo di migliorarne la fruizione da parte del vasto pubblico che lo frequenta quotidianamente.
Il progetto prevede anche l’adozione di alberi, sia con la messa a dimora di nuovi esemplari, sia attraverso interventi di recupero e conservazione di esemplari monumentali, rendendo il Real Bosco un luogo più accogliente e proteggendone l’ecosistema.

Leggi la raccolta completa di tutte le adozioni

Realizzazione campetto di calcio in erba sintetica al Real Bosco di Capodimonte
donazione 2018/2019

Donazione di Amici di Capodimonte e Premio Green Care

Grazie alla campagna di raccolta fondi promossa da Amici di Capodimonte e Premio Green Care, in occasione della Festa dell’Estate (2 edizioni, giugno 2018/2019), è stato realizzato un campetto di calcio in erba sintetica nel Bosco di Capodimonte. Si tratta del primo spazio specificamente dedicato al gioco del pallone, destinato all’uso gratuito e amatoriale di tutti i ragazzi della città e, in particolare, di quelli del quartiere, nel rispetto del parco storico e delle aree naturalistiche da preservare. Il campo, adatto al gioco del calcetto (calcio a 5), è stato realizzato con materiale proveniente da riciclo e, a sua volta, ad alta riciclabilità.