Le collezioni del Museo e Real Bosco di Capodimonte si sono recentemente arricchite con l’acquisizione di due piccole e preziose tavole di Colantonio, raffiguranti i beati francescani Morico e Leone, presentate nel febbraio del 2024 all’Ufficio Esportazione di Firenze, che ne ha proposto l’acquisto al Ministero della Cultura-Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio in favore di Capodimonte.
Si tratta di un’acquisizione importante, in quanto il Museo possiede nelle sue collezioni sia il San Girolamo che il San Francesco che consegna la regola ai frati e alle clarisse, che, insieme ai due pilastrini laterali con Beati francescani, formavano l’imponente pala d’altare collocata fino al 1639 nella chiesa francescana di San Lorenzo Maggiore a Napoli. Con lo smembramento della cona, le tavolette con i Beati francescani presero la via del collezionismo privato. Ad oggi ne sono stati identificati dieci: cinque nella Collezione Cini di Venezia (Beati Pietro, Galbazio, Silvestro, Raniero e Maffeo), il Beato Egidio (Firenze, Fondazione Longhi), il Beato Giovanni (Bologna, Museo Morandi), il Beato Leonardo (New York, collezione privata) e, infine, i Beati Morico e Leone, che da oggi entrano nel patrimonio pubblico italiano.
Questo incontro rappresenta l’occasione per ripercorrere le vicende di queste opere e del loro autore (attivo a Napoli, 1440-1460 ca.), maggior esponente della pittura napoletana al tempo del regno di Renato d’Angiò (1438-1442) e del primo sovrano d’Aragona, Alfonso il Magnanimo (1442-1458), capace di coniugare realtà geograficamente distanti tra loro: il Rinascimento fiammingo, attento alla resa analitica e scrupolosa del reale e agli effetti ottici, e quello centro-italiano, con la sua saldezza volumetrica.
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